A Cagliari nasce la “MasterClass Sergio Miceli”
Omaggio al grande studioso di Musica per Cinema
Negli ultimi quarant’anni Sergio Miceli (Firenze 1944-2016) ha animato gli studi della musica applicata alle immagini con una dedizione assoluta: è stato uno dei massimi indagatori e studiosi della musica per cinema intesa come linguaggio, materia di studio e patrimonio culturale dell’età contemporanea, divenendo un imprescindibile punto di riferimento per studiosi e appassionati questa arte “multidisciplinare”.
La sua perdita lascia un vuoto incolmabile, sia umanamente che culturalmente.
La “MasterClass Sergio Miceli” che prenderà l’avvio il 7 novembre a Cagliari è un’importante iniziativa di alta formazione – promossa dal Festival Creuza de Mà-Musica per Cinema (giunto alla sua X edizione) e organizzata dall’Associazione Backstage – dedicata allo studio della composizione musicale per il cinema e non poteva che essere intitolata musicologo fiorentino che per primo ha contribuito, attraverso la sua ultratrentennale attività di ricerca, a inserire la storia e l’analisi della musica per film nell’ambito delle discipline accademiche.
Cagliari, è declinata dal Festival Creuza de Mà – Musica per cinema, in armonia con la parte carlofortina, come città della conoscenza e dell’alta formazione. Il corso di alta formazione sulla composizione di musica per cinema si pone l’obiettivo di favorire la nascita di nuovi compositori per il cinema attraverso un passaggio di conoscenza tra i Maestri e giovani musicisti per affinare le tecniche della drammaturgia musicale applicata alla “settima arte, sempre così in via di evoluzione”.
La “MasterClass Sergio Miceli”– che ha il privilegio di avere come presidente onorario il maestro Ennio Morricone e che vedrà ogni anno in cattedra un diverso compositore di chiara fama – in questa prima edizione sarà tenuta da uno dei più originali e rappresentativi autori di musica per il cinema: il compositore Franco Piersanti.
I lavori saranno articolati in due momenti distinti: dal 7 al 12 novembre si svolgerà il corso vero e proprio. Le sei giornate formative, che avranno come sede il Conservatorio di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina”, sono incentrate su aspetti pratici e teorici: il rapporto tra regista e musicista, il lavoro con le immagini, la composizione, la registrazione, il mixaggio e il montaggio della musica sul film, l’estetica e la poetica del compositore di musica per il cinema, ma anche la composizione per la televisione, con lo studio su partiture di maestri e autori classici ed esercizi di scrittura musicale applicata a brevi sequenze filmiche.
Al termine del corso verranno consegnate ai partecipanti alcune sequenze filmiche sulle quali dovranno comporre un commento musicale. I brani verranno valutati da una giuria qualificata formata dallo stesso Franco Piersanti, dal regista Gianfranco Cabiddu e dal musicologo e autore di colonne sonore Riccardo Giagni.
Le migliori cinque composizioni selezionate saranno eseguite dal vivo l’11 dicembre all’Auditorium del Conservatorio, da una formazione da camera dell’istituto cagliaritano diretta per l’occasione proprio da Piersanti. In occasione del concerto finale interverranno per suggellare l’iniziativa Ennio Morricone, Franco Piersanti, il musicologo Antonio Trudu, il compositore e musicologo Riccardo Giagni, la musicologa Renata Scognamiglio, il compositore Daniele Furlati.
Per sancire ancor di più l’idea di impegno culturale è stato costituito un vero e proprio Comitato artistico a suo sostegno. Vi fanno parte: i registi Giuseppe Tornatore, Marco Tullio Giordana, Daniele Luchetti e Alberto Sironi, il montatore Roberto Perpignani, i compositori Carlo Crivelli, Franco Piersanti e Nicola Piovani, il produttore Carlo degli Esposti, la presidente della Fondazione Cinema per Roma Piera Detassis, i musicologi Renata Scognamiglio e Antonio Trudu, il giornalista e critico musicale, Alberto Dentice, il Centro sperimentale di cinematografia di Roma e il concorso internazionale di musica per immagini “Francesco Angelo Lavagnino”.
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Sergio Miceli (Firenze 1944 – 2016)
Intellettuale a tutto campo (in gioventù aveva studiato pittura e storia dell’arte), animato da grande passione civile, spirito fieramente laico, mente critica lungimirante e multidisciplinare, Sergio Miceli lascia un grande vuoto tra gli appassionati a vario titolo di musica per immagini: è anche grazie a lui e alla mole di opere e testimonianze che ci consegna se, oggi, essi possono non sentirsi più una setta stravagante, dedita ad un hobby costoso e bizzarro, ma una comunità sempre più numerosa e coesa dalla condivisione della musica “per” film come grande, insostituibile patrimonio culturale del nostro tempo.
Miceli ha rotto il tabù, ottuso e coriaceo, che la musicologia “ufficiale” riserva alla musica per film, perlustrandone oltre agli aspetti più strettamente linguistici anche quelli psicologici, storici, strutturali, in una visione multiculturale più ampia. Uomo da un non facile carattere, pignolo e scientifico: se provavate a dire “musica DA film” venivate fulminati dal suo sguardo azzurro), capace di grandi passioni e travolgenti simpatie ma anche di ostinate, rancorose esclusioni.
Quanto alle pubblicazioni, ci accontentiamo di citare “Musica e cinema nella cultura del Novecento” (Sansoni 2000), “Musica per film – Storia, estetica, analisi e tipologie” (Ricordi, 2009), e “Morricone, la musica, il cinema” (Ricordi Mucchi, 94): se nei primi due la vastità del campo di osservazione è circoscritta da un ferreo metodo scientifico e da una lucida visione storiografica, tale da consentire un dipanarsi coerente e fluido delle diverse teorie e applicazioni di musica e immagine, nel suo studio morriconiano colpiscono l’intuito e la chiarezza espositiva con cui Miceli individua già nelle primissime, apparentemente trascurabili fatiche del maestro (si pensi al suo lavoro di arrangiatore “leggero”) i germi del futuro, sommo compositore per il cinema, nel ripetersi di alcune organizzazioni armoniche e melodiche, nel ricorrere di alcune soluzioni strumentali, più in generale nell’abbandono sempre più radicale di procedure compositive tradizionali a favore di una spinta innovativa propulsiva, capace di tenere insieme, governati da un unico pensiero musicale ed “(est)etico” le canzoni di Morandi e Mina, l’improvvisazione di avanguardia di Nuova Consonanza e i western di Sergio Leone.
(Fonte Colonnesonore.net Roberto Pugliese)